di Francesco Alberoni
Nelle
olimpiadi sette medaglie d'oro su otto sono state vinte da militari, cioè da
persone abituate alla disciplina e all'autocontrollo. Dalla scuola e dalla
università non è venuto nulla, e questo è un sintomo della povertà del nostro
sistema educativo. Perché lo sport è espressione dell'organizzazione
disciplinata della società e dell'individuo, misura la sua capacità di porsi
una meta e raggiungerla. Ora da trent'anni il nostro sistema educativo — dalla
famiglia alla scuola — ha avuto una sola preoccupazione: evitare ai bambini e
ai giovani ogni trauma, ogni fatica, ogni frustrazione. Insegnando loro che
sono bravi, adorabili qualsiasi sciocchezza facciano e che non dovranno mai
pagare per i loro errori. Non gli è stato mai detto che la nostra intelligenza
si sviluppa solo affrontando problemi, che il nostro carattere si plasma solo
accettando le sfide, che per capire il valore delle cose dobbiamo meritarcele.
Mentre quanto ci viene regalato senza merito ci indebolisce e tutto ciò che ci
viene perdonato senza punizione ci corrompe. Il risultato di questa pedagogia
irresponsabile è che troppi (per fortuna non tutti) nostri ragazzi e ragazze
non studiano, non sanno concentrarsi, perdono il loro tempo chattando su
Internet, facendo videogiochi, mangiano troppo, sono maleducati, si ubriacano
in discoteca e non sanno fare nessun lavoro. Questa estate mi si è guastato il
frigorifero, sono arrivati uno dopo l'altro tre tecnici dell'impresa — ciascuno
con furgoncino e assistente — lo hanno contemplato perplessi e se ne sono
andati senza saper cosa fare. Un mio amico ha due mungitori indiani a cui dà
uno stipendio di quattromila euro netti al mese. Ma questi mungitori sono degli
esperti zootecnici, preparatissimi in elettronica, e in Italia non c'è nessuno
che sa fare il loro lavoro. E fra poco non ci saranno nemmeno idraulici,
elettricisti, falegnami, sarti, ragionieri, capomastri, restauratori,
installatori con una preparazione scientifico-tecnica che li renda capaci di
affrontare i problemi della casa e della fabbrica di oggi. Perché i nostri
figli queste cose non le imparano né alla scuola media né all'università. Il
ministro Mariastella Gelmini, che ha incominciato a ridare metodo, rigore e
disciplina alla scuola, dovrà fra poco accingersi a colmare questo pauroso
vuoto di preparazione tecnica degli italiani creando licei tecnici e lauree
brevi dove, anziché chiacchiere, si imparano mestieri moderni.
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