domenica 20 gennaio 2013


Una corona di rose e gerbere e una preghiera veloce. E’ stato il regalo del mondo per Franca Abumen. Forse l’unico, di sicuro l’ultimo. Franca aveva 27 anni e di mestiere faceva la prostituta. L’hanno trovata morta in un boschetto vicino a Narni (Terni), legata e con il cordino che l’aveva uccisa ancora intorno al collo. E’ rimasta per giorni e giorni all’obitorio senza che nessuno reclamasse il suo corpo. Né parenti né amici. Nessuno ha chiesto di lei nei commissariati, nelle caserme dei carabinieri, negli ospedali. Nessuno ha denunciato la sua scomparsa. Niente. Come se non fosse mai esistita.
Così è stato il sindaco del Comune di Narni Francesco De Rebotti a decidere: quella ragazza aveva diritto a un funerale, a un mazzo di fiori. “Un atto di pietà” ha detto De Rebotti. Un gesto piccolo piccolo che soltanto i giganti d’animo sanno fare.
Il municipio ha pagato la cerimonia funebre e il seppellimento, Franca è stata almeno per un minuto, per un pensiero, nella mente dei pochi che hanno visto la sua bara scomparire sotto terra.
C’erano l’assessore ai servizi sociali Piera Piantoni, il comandante provinciale dei carabinieri di Terni e quello della compagnia di Amelia, Giuseppe Alverone e Michele Basilio, qualche rappresentantedell’associazione “Terni donne” e qualche cittadino. Onori minimi ma quantomai grandi.
Grazie a tutti. Grazie per aver dedicato un’azione, un pensiero, anche soltanto un minuto del proprio tempo a Franca. Grazie a nome di tutte le donne come Franca che hanno pagato con la vita la violenza di mani troppo spesso sconosciute. Grazie per non aver pensato (e non era automatico) che una prostituta non valesse nemmeno la spesa di un misero funerale.

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